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Diario

L’Ortrugo rivela il suo carattere già nel nome

30 ottobre 2017
Quando si parla di vini piacentini il pensiero corre immediatamente a due tipologie: Ortrugo per i bianchi e Gutturnio per i rossi. Parliamo in questa sede dell’Ortrugo. Il nome non è dei più facili, sillabando la parola OR-TRU-GO si evidenzia quasi una difficoltà a pronunciarla, la ‘R’ ripetuta graffia la lingua e renderebbe simpaticamente goffi un francese o un italiano dalla erre moscia. Questo però non sempre risulta negativo: un mio personale conoscente, sapendo che ora opero a Santa Giustina, un giorno mi chiede: “Vorrei assaggiare quel vino bianco… di cui non rammento il nome, ma ben ricordo che in esso vi sono più di una R”; in questo caso dunque la difficoltà di pronuncia è diventata un motivo per ricordare il vino. Il pensiero mi rimanda a una vecchia pubblicità degli anni ’60 riferita a una azienda che produceva piccoli elettrodomestici, la Girmi, e il suo slogan che diceva: “Girrrrmi, il gastronomo in cucina”, dove in questo caso la ‘R’ diventava fondamentale per esercitare sulla memoria del potenziale cliente il riconoscimento del prodotto. Già dunque dalla pronuncia possiamo immaginare il vino. La nostra parte cerebrale deputata al riconoscimento dei profumi e dei gusti ci porta a individuare un prodotto fresco, fruttato, con una spiccata e piacevole acidità, meglio se accompagnato da una soave bollicina. L’ortrugo è un’uva indigena a buccia bianca, coltivata sui colli piacentini da oltre un secolo. Fra i primi anni ’50 e la fine degli anni ’70 ha attraversato un periodo di crisi, fino a quando, riscoperto da tenaci viticoltori che ne conoscevano le qualità (un po’ come è successo nel Roero con l’Arneis e nel Tortonese con il Timorasso), si è via via diffuso nel territorio fino a diventarne il prodotto simbolo. Ogni azienda piacentina che si rispetti ha quindi nel catalogo questo pregiato vino e Santa Giustina propone orgogliosamente il suo Ortrugo nella versione frizzante. La vinificazione delle uve avviene attraverso una soffice pressatura e prosegue con la fermentazione a temperatura controllata nelle vasche di acciaio termocondizionate. Al termine della fermentazione, che dura circa venti giorni, il vino viene travasato sempre in vasche d’acciaio e quindi raffreddato per favorire il deposito naturale delle particelle solide rappresentate soprattutto da frammenti di buccia e da sostanze in sospensione. Il primo imbottigliamento viene solitamente effettuato già nei mesi invernali successivi all’anno di vendemmia (gennaio – febbraio) per sfruttare al massimo le caratteristiche di freschezza, aroma e tipicità. Il vino si presenta al colore con un bel giallo paglierino scarico dai riflessi verdolini, all’olfatto fine, intenso, con sentori floreali e fruttati (mela golden, glicine e fiori di mandorlo) e al gusto palesa una gradevole freschezza con delicati sentori agrumati, sostenuta da una delicata mineralità. Risulta un compagno ideale degli antipasti di salumi e dei tortelli al burro e salvia, tipici della cultura gastronomica piacentina ma naturalmente non disdegna le fritture di pesce e le ottime tartine al salmone. Guerrino Saviotti Santa Giustina, ottobre 2017  

Il colore e i profumi dei vini 2017

18 ottobre 2017
Santa Giustina, Ottobre 2017 Facendo un sopralluogo in cantina vedo Andrea, le chef de cave, con le mani “nere”. Chiedo: “Andrea, come mai le mani così sporche?” Risposta: “Le mie mani non sono sporche, le lavo ogni mezz’ora: il nero che vedi è dato dalla sostanza colorante del vino barbera che sto travasando. Solo usando la candeggina riesco a farle tornare bianche, ma questo “trattamento” lo riservo solo il sabato, quando devo uscire con la morosa.” Accidenti, guardo il vino e lo trovo di una tonalità di rosso così intensa che quasi non passa la trasparenza del bicchiere; se non fosse per il cerchio rosso vermiglio che si nota nell’unghia superficiale, direi che il colore tende al blu notte per non dire nero. “Che bel colore”, dico ad Andrea, il quale, con sguardo orgoglioso, risponde: “Quest’anno abbiamo vini di un’intensità di colore e con un estratto che si possono tagliare con il coltello!” Bella espressione questa, non la sentivo da tempo: la usavano i vecchi vignaioli tipo mio padre (classe 1915) che assaggiavano i vini (allora si producevano soprattutto uve a buccia rossa) nella scodellina bianca, facendo roteare il vino sulle pareti per valutare la macia, il colore: più la parete della scodella si tingeva di rosso e più il vino era considerato di qualità. Poi tra loro (i vitivinicoltori) commentavano con le espressioni colorite del tempo. “Hai sentito che profumo?” mi dice sempre Andrea. “Certo”, rispondo, “il profumo si sentiva anche stando in ufficio, avevo capito che stavi travasando il barbera: la cantina è invasa da un profumo vinoso e fruttato, quasi inebriante. Anche lo scorso anno è stata una buona vendemmia, ma il 2017 ci sta riservando qualcosa di particolare.” Nel frattempo arriva Fabio, l’agronomo di Santa Giustina, il quale, esternando un sorriso a trentadue denti dice: “Che profumo e che colore ha questo vino!” Poi, riprendendosi dall’iniziale entusiasmo: “Peccato averne prodotto così poco! Quest’anno l’annata agraria è andata contro a due paradossi: il gelo tardivo e il caldo soffocante accompagnato dalla siccità, combinazioni più uniche che rare ma che in natura ciclicamente si verificano.” “Caro Fabio”, rispondo, “purtroppo a queste problematiche è andato incontro il vigneto Italia, e il 2017 passerà come la vendemmia più scarsa degli ultimi trenta anni”. Improvvisamente, da dietro una vasca d’acciaio, sentiamo la voce di Gaia, la titolare dell’azienda che furtivamente ci stava spiando: “Ragazzi, quest’anno chiedo troppo se intendo avere vini di qualità eccellente?” “Gaia, tu chiedi il giusto”, è la risposta unanime, “la natura è stata matrigna per la quantità, ma mamma generosa per la qualità. Ora in cantina dobbiamo procedere con cura e metodo all’affinamento e alla conservazione dei vini in vasche e botti, fino alla messa in bottiglia che inizierà nei primi mesi del 2018 con i pregiati vini bianchi rappresentati da Ortrugo, Malvasia e Anricus, il vino ottenuto dal sapiente uvaggio con le uve ortrugo, sauvignon e malvasia”. “Ho sentito Carlo, il nostro enologo, il quale è entusiasta dei vini bianchi, quanto a profumo, persistenza e pienezza

Vendemmia anticipata, vendemmia fortunata?

11 settembre 2017
“Vendemmia anticipata, vendemmia fortunata” dicevano gli anziani viticoltori. Il bimestre settembre/ottobre è sempre stato foriero di spiacevoli perturbazioni climatiche che spesso inficiavano il raccolto e il lavoro di un anno, quindi prima arrivava la vendemmia e più miglioravano i margini per portare in cantina un raccolto di qualità. Quest’anno forse il clima ha esagerato e la raccolta delle uve è iniziata nella prima metà di agosto con le varietà Pinot nero e Chardonnay cui sono seguite, sui Colli Piacentini, Ortrugo, Sauvignon blanc e Malvasia. Nel momento in cui stiamo stendendo queste note si stanno vendemmiando le varietà a buccia rossa rappresentate da Barbera, Croatina, Merlot e Cabernet Sauvignon che, in diverse percentuali stabilite dal rigoroso disciplinare di produzione, andranno a comporre l’uvaggio finalizzato all’ottenimento del Gutturnio dop Colli Piacentini. L’annata agraria è stata caratterizzata da un andamento climatico abbastanza regolare fino alla fine del mese di maggio: l’inverno è stato mite e senza neve, la primavera è giunta con regolarità sull’inverno: i giorni di sole si sono intervallati con giusta cadenza a quelli di pioggia e la vite non è stata attaccata dai comuni parassiti fungini rappresentati da peronospora, oidio e tantomeno botritis. Nel mese di aprile però la primavera ha subito un ritorno di inverno e inaspettatamente il gelo ha falcidiato circa il 10/15% della produzione di uva. Con l’arrivo di giugno il clima è andato via via verso temperature sempre più estive sfociando a luglio nel caldo torrido senza piogge. Il clima quasi tropicale ha accelerato il processo di maturazione delle uve però i vigneti di medio/alta collina ben esposti e soleggiati, dalla metà di luglio hanno iniziato a soffrire la siccità. La produzione che sta caratterizzando questa vendemmia è indirizzata verso l’ottenimento di vini di alta, in taluni casi altissima qualità e con una quantità scarsissima che per certe varietà supera il 50% rispetto a una normale annata agraria. Le varietà più colpite in merito alla riduzione quantitativa sono rappresentate da: Malvasia (-60%) Pinot nero e Chardonnay (-45%) Sauvignon blanc (-50%) Barbera (-40%) Croatina (-40%) E’ ormai quasi da un mese che in cantina “va l’aspro odor dei vini” ma siamo solo all’inizio di settembre e non a novembre, come citava Giosuè Carducci nella sua popolare (perché conosciuta) poesia. Prevediamo già a fine mese di poter valutare il potenziale qualitativo dei vini… al momento però intendiamo lasciar fermentare i mosti… in pace ! Santa Giustina, 05 settembre 2017

Orgogliosi di esserci

14 giugno 2016
Grande successo per la 13ma edizione di Convivio che quest’anno ha raggiunto la cifra record di 2milioni e 400 mila euro destinati a Anlaids. Domenica, diverse ore prima della chiusa della manifestazione, il padiglione dedicato alle donazioni Food&Beverage ha registrato il Sold Out. Tra queste, anche i vini Santa Giustina hanno dato il loro contribuito alla lotta, grande e partecipatissima, per sconfiggere l’Aids e i tutti i pregiudizi ad esso, purtroppo, legati. Diffondiamo, quindi, con piacere le parole di ringraziamento espresse dalla presidente Gabriella Gavazzeni Moroni, Presidente Anlaids Lombardia: “Un grandissimo ringraziamento a tutti da parte di Anlaids, alle oltre 230 aziende e brand che hanno aderito ancora una volta con generosità rendendo possibile la manifestazione, al pubblico che ha risposto in modo così attivo alla chiamata di Convivio, agli oltre 1000 volontari sempre sorridenti che anche in quest’edizione hanno contribuito con il loro lavoro instancabile alla causa della ricerca, alle incessanti attività del comitato promotore, ai media e ai social che ci hanno dedicato moltissima attenzione. Convivio non è solo un evento charity, ma anche un’occasione per puntare i riflettori sull’Aids, per far sì che se ne continui a parlare e che aumenti l’informazione sulla prevenzione tra i giovani e tra gli adulti poco consapevoli”. E anche quelle di Franca Sozzani, Direttrice di Vogue Italia e anima dell’evento che sottolinea gli importanti traguardi raggiunti grazie al contributo di Convivio. “Attraverso la ricerca siamo arrivati oggi a impedire la fine della vita a causa dell’AIDS, un aspetto sicuramente positivo. Certi di aver allontanato il rischio più grave non si parla più della pericolosità del contagio in aumento! Quindi quest’anno la risposta incredibile dei brand della moda e delle aziende, addirittura più che raddoppiati rispetto a due anni fa, ha consentito un’edizione davvero eccezionale, non solo per quel che riguarda la vendita ma anche per essere riuscita ad attirare maggiormente l’attenzione su un problema ancora vivo. Abbiamo voluto dedicare Convivio 2016 al prof. Mauro Moroni, con cui 26 anni fa è iniziato questo straordinario percorso di raccolta fondi: ringrazio tutti di cuore per il supporto e la preziosa adesione”

Suino bagnato, Suino fortunato

10 giugno 2016
Come si dice? “Suino bagnato, Suino Fortunato” . Perché il Suino Divino, la manifestazione organizzata da Santa Giustina in concomitanza con Cantine Aperte, è stato un successo nonostante il cattivo tempo preannunciato. Il progetto originario, che prevedeva uno sviluppo lungo tutte le vie del borgo, è stato trasferito negli ambienti interni di Santa Giustina, mostrando così il lato più intimo e raccolto dell’azienda. Quello ribattezzato da tutti come “il piano P” (da pioggia), è stato un fantastico lavoro di squadra a cui tutti hanno preso parte: ogni cosa è stata re-inventata per offrire comunque una giornata piacevole all’insegna del gusto e dell’arte. Dobbiamo dire grazie ai fantastici fornitori del Cibo da Passeggio, ai pazienti Artigiani, ai suggestivi Artisti e, senza togliere niente a nessuno, un grazie speciale va agli amici a quattro zampe dell’Associazione Cinofila La Lupa, dolcissimi animatori di una giornata carica di sorprese. Merito della Fortuna, unita alle energie positive che permeavano il borgo, alla fine l’edizione 2016 del Suino Divino è stata graziata dalle intemperie promesse, regalando un’inaspettata giornata di bel tempo. Sole a tratti e sorrisi intensi, si potrebbe dire! Quando i primi raggi sono sbucati dalle nuvole, la natura è ritornata protagonista, lasciando che le persone scoprissero i profumi, i sapori e i colori racchiusi, anno dopo anno, vendemmia dopo vendemmia, nei vini di Santa Giustina.

Silenzio… ora parla il vino

5 febbraio 2016
È il momento dell’attesa. È quando la natura si ferma che il vino incomincia a fare il suo lavoro. In cantina inizia il periodo delicato degli assaggi. Si progettano le percentuali, si controllano le temperature, si analizza il colore. Servono attenzione e precisione. Si studia come valorizzare al meglio una stagione che ha regalato grandi frutti. Cinque mesi di condizioni climatiche perfette hanno fatto maturare grappoli pieni e odorosi. Ora è il momento della concentrazione e il clima, con le sue nebbie mattutine e i freddi cristallini, ci aiuta. I ricordi vanno alla vendemmia, quando si sentiva nell’aria il profumo della terra e dei fiori, quei sentori che poi ritroveremo intensi nell’annata 2015.